Gli zuccheri costituiscono il nostro primo cibo quando veniamo al mondo (si chiama “ imprinting “ e si stabilisce in ciascuno di noi fin dalle prime poppate): che sia il latte della mamma o quello in polvere del biberon, nei primi mesi di vita facciamo il pieno di questa “ondata zuccherina” che si diffonde in tutto il corpo. Un’ondata che ci fa sentire sazi e appagati di amore, in quei momenti “percepiamo noi stessi” pienamente e ci sentiamo bene. Capitano però spesso i sensi di colpa dopo avere assaggiato un pezzo di torta o di cioccolato, infliggendosi subito dopo una serie di punizioni ingiuste, irrazionali e insensate. Dopo anni di esperienza professionale ho delineato alcuni punti su cui lavorare (ci vogliono anche anni) per guarire da una dipendenza da dolci.
Non trascuratevi
Sapete perché tante diete sono fallimentari dopo un po’? perché sono boicottate dalla golosità e molti specialisti non comprendono il vero motivo che si nasconde dietro l’amore spasmodico dei dolci. Mangiare alimenti dolci, spiluccare o abbuffarsi va a sostituire totalmente una vitalità mancante forse trascurata da tempo. Ho pazienti insoddisfatti del proprio lavoro, le preoccupazioni dei figli, litigi continui con il marito, i genitori anziani da accudire, insomma, tutte situazioni che inducono stress e tolgono tempo a se stessi. Chi ha un presente appagante, ricco di sensazioni positive assaggia il dolce senza rimorsi e con estrema serenià, non si abbuffa fino a sentirsi male.
Rinnova gli affetti
Circondati di persone che ti fanno sentire bene, che ti fanno sorridere e che non ti giudicano. La gola non deve associarsi a una crescente trascuratezza fisica, sia estetica sia salutistica: cura il tuo aspetto e mantieniti in forma. Inoltre, che tu sia single o in coppia, migliora la tua affettività, tornando ad amare e a essere amato eviterai di cercare appagamento nei dolci.
Perfeziona i gusti
Seleziona e scegli attentamente gli alimenti (inizia a cucinare ricette sane e funzionali e condividile sui social media), perfeziona il gusto (anche con l’ausilio di spezie ed erbe aromatiche), in questo modo uscirai dal concetto di “quantità” e capirai quello di “qualità”, quindi cosa ti piace veramente, con il tempo avrai più padronanza di te.
Fate la spesa voi stessi
Non delegate qualcuno a fare la spesa settimanale, al supermercato andate voi e scegliete con cura ciò che si inserisce nel carrello, pensando che finirà nella vostra dispensa… a portata di mano. Selezionate in anticipo dei piatti bilanciati per coccolarsi nei momenti di sconforto o in situazioni di stress eccessivo, questo può essere una soluzione. Mi capita di suggerire delle ricette golose che saziano la cosiddetta fame emotiva, ma allo steso tempo sane. Bisogna solo studiarle prima con attenzione e inserirle nel piano alimentare ogni qualvolta scatta nella testa un attacco nervoso, urgente e compensatorio di voglia di dolce.
Non mangiare con l’ansia e la fretta
A tavola trattati come un ospite, apparecchia con cura, scegli il colore della tovaglia e dei piatti che più ti mettono allegria. Ho dei pazienti che pranzano o cenano con della musica in sottofondo. Inoltre, non dimenticare che mangiare sano non significa mangiare solo cibi lessi e sconditi. Nelle mie diete concedo anche la frittura o piatti più elaborati, tutto seguendo le giuste regole di preparazione.
Sviluppa strategie alternative
Ogni qualvolta che mangiate per riempire dei vuoti, provate una delle seguenti strategie:
- Telefonate a una persona cara
- Fate una camminata, correte in palestra, saltate la corda o comunque fate sport
- Fate un bagno caldo o una doccia rilassante
- Leggete un libro
- Guardate un film che vi piace particolarmente
- Lavate immediatamente i denti! (il sapore del dentifricio vi toglierà la voglia di mettere subito del cibo in bocca).
RICORDA: la sola forza di volontà a volte non basta per gestire la fame emotiva, appena percepite un campanello di allarme, chiedete aiuto senza vergognarvi a un nutrizionista competente e a uno psicoterapeuta esperto in disturbi alimentari o in food craving (voglia irrefrenabile di cibo).
Dr.ssa Sara Cordara
Lascia un commento