La risposta è articolata ma cercherò di spiegarmi in parole semplici, anche perché capita di dover dimagrire fino a un “tot” e poi, di bloccarsi improvvisamente per più settimane nonostante la dieta ipocalorica che fino a qualche giorno prima ci ha fatto perdere qualche chilo. Più la dieta viene protratta idetica nel tempo e più è probabile che si verifichi uno stallo.

In questi casi la colpa di chi è?

1) della dieta?
2) della bilancia? Forse è rotta!
3) della vicina di casa che mangia cosa vuole e rimane magra?
4) del nutrizionista? 😁

Nulla di tutto ciò, abbiamo semplicemente raggiunto il cosiddetto “blocco metabolico”, una situazione fisiologica di adattamento al nuovo introito di energia e di nutrienti che abbiamo imposto al corpo. L’organismo non funziona meno o addirittura peggio ma si è solamente adeguato alla nuova situazione dietetica tramite la regolazione ormonale metabolica, in modo da garantire il corretto funzionamento del corpo anche in una condizione di carenza calorica.

Quando si verifica questo blocco di perdita di peso, può essere opportuno inserire dei brevi periodi in cui alzare le calorie e tornare in normocalorica (almeno 3 giorni) per poi ricominciare l’ipocalorica, in modo da non abituare l’organismo ma prenderlo in contropiede.

Tra gli ormoni più importanti che regolano il metabolismo spicca sicuramente la leptina, prodotto dalle cellule del tessuto adiposo (adipociti) e che ci fornisce sazietà (è anche definito anoressizzante). La leptina interagisce pure con gli ormoni tiroidei. Durante il dimagrimento, il livello di leptina nel sangue si abbassa molto e necessita di almeno 72 ore di ritorno in un regime normo/ipercalorico per tornare a una concentrazione normale, motivo per cui fare un solo pasto o giorno “sgarro” a settimana non è sufficiente per “rialzare e riattivare” il metabolismo dato che si tratta di meno di 72 ore.

Memorizzate la seguente equazione: 

meno calorie introdotte = meno leptina = meno ormoni tiroidei = metabolismo rallentato.

In sintesi, non calate più di peso.

COSA FARE ALLORA?

In queste circostanze un bravo nutrizionista in una delle visite di controllo (FONDAMENTALI) optera’ per una rivoluzione della dieta, attuando un radicale cambiamento. Per riuscire a sbloccare la situazione e accelerare il metabolismo, una strategia che spesso utilizzo è somministrare al paziente una dieta low-carb e high fats diet (basso contenuto glucidico e alto apporto lipidico), che insegna all’organismo a sfruttare i grassi piuttosto che i carboidrati con una conseguente riduzione dell’insulino-resistenza.

⚠️ ATTENZIONE non è una dieta priva di carboidrati e non si induce uno stato di chetosi.

Questa dieta prevede:

  • Carboidrati inferiori a 80 g

– Proteine minimo 1.5 g/kg peso corporeo

– 50% del fabbisogno energetico dai lipidi o grassi

  • 2 “ricariche” di carboidrati a settimana, anche con un pasto libero in cui si mangia cosa si desidera.

IN SINTESI:

Quando vi accorgete di avere uno stallo del peso, anche se può sembrare anomalo, non dovete smettere di mangiare (digiuno totale o parziale), ma è più utile prendere un po’ di tempo per “alzare” nuovamente il metabolismo, ovvero cominciare con un regime alimentare diverso e non ipocalorico come quello seguito fino allo stallo del peso.

Fatevi sempre aiutare da un nutrizionista competente specialista in scienza dell’alimentazione, per non incorrere in errori irrversibili.

FONTI:

Astrup & Hjorth (2017). “Low-Fat or Low-Carb for Weight Loss? It depends on your glucose metabolism”. EBioMedicine.

Rosenbaum & Leibel (2014). “Role of leptin in energy homeostasis in humans”. J Endocrinol.

Dottoressa Sara Cordara

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