Non tutti sanno dell’esistenza della pasta di legumi, si tratta di farfalle, fusilli, penne, conchiglie e altri formati realizzati esclusivamente con farina di legumi 100%. Sì, avete capito bene, non importa la forma della pasta, invece di realizzarla con il classico grano duro, si usa la farina dei legumi, come ad esempio la farina di ceci. La pasta di legumi è una recente innovazione in campo alimentare, una soluzione pratica e comoda per incentivare il consumo di questi alimenti di origine vegetale soprattutto quando non si ha tempo di preparare ricette particolari, non si ha voglia di mangiare i legumi così come sono oppure non si vuole rinunciare a un buon primo piatto. In pratica, non si tratta più di realizzare una passata di legumi e metterci dentro pasta corta o crostini di pane, ma piuttosto di realizzare proprio la pasta con la farina di ceci, lenticchie o fagioli. Dal punto di vista calorico, i numeri fra una pasta normale e l’altra non cambiano: quella di legumi ha, come quella di semola, circa 350 calorie circa per 100 g. Ciò che cambia sono le sostanze che apportano energia: proteine per circa il 20-25% (contro le 14 e i 15% di quella di semola), mentre i carboidrati sono intorno al 50%. Il resto sono soprattutto fibre. Riassumendo, ci sono più proteine e meno carboidrati, infatti, l’indice glicemico della pasta di legumi è inferiore ed è per questo che sazia maggiormente. Se è basso, la fame è subito soddisfatta e l’effetto dura a lungo. Se è alto (come nella pasta di semola), c’è un immediato effetto “pancia piena” ma anche un picco di glicemia seguito da un calo repentino, così che l’appetito tornerà presto. Questa pasta è quindi ideale per chi deve perdere peso, chi pratica sport, chi è celiaco (non contiene glutine), chi intollerante al frumento o chi è diabetico. Unico svantaggio delle paste di legumi è il prezzo, le confezioni (tutte da 225 o 250 grammi) hanno un costo che oscilla tra i 3 e i 4 euro. C’è da considerare però che la porzione singola consigliata è di 65 grammi circa (quindi con un pacco si mangia circa 4 volte), questo perché si tratta di un alimento a base di amido ma soprattutto proteico e ricco di fibre. Rispetto alle paste di cereali diversi dal grano, in cucina ha una resa migliore poiché tiene maggiormente la cottura ed è anche più gustosa, non neutra quanto quella di riso e neppure “al sapore troppo di polenta” come quella di mais 😀
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