Il digiuno intermittente si basa su un principio piuttosto semplice: digiunare per un lasso di tempo allo scopo di ottenere un deficit calorico, influenzando anche l’assetto ormonale. Esistono diverse tipologie di protocolli di digiuno:

  • Quelli che prevedono 16 ore di digiuno e 8 ore di alimentazione: in termini pratici si salta la colazione o la cena;
  • Quelli che prevedono un digiuno di un intero giorno da praticare ogni tanto (dalle 1 o 2 volte alla settimana fino a qualche volta al mese)
  • Quelli che alternano giorni di digiuno, o meglio di restrizione calorica, a giorni in cui si alimenta normalmente.

Con il digiuno intermittente la perdita di peso può andare dal 3 all’8 % del peso in un periodo variabile dalle tre alle 24 settimane, mentre la circonferenza può diminuire dal 4 al 7 %. Durante il digiuno intermittente, il metabolismo non utilizza più come carburante primario i carboidrati, ma i grassi, mentre l’insulina diminuisce e ne facilita la combustione. Il glucagone, l’ormone che controlla i livelli di glucosio nel sangue, invece, aumenta, così come crescono IFG-1 e testosterone, accelerando il metabolismo. I livelli di grelina, l’ormone della fame, si normalizzano, dando un senso di sazietà. Il digiuno viene registrato dal sistema nervoso come un momento di stress, che causa l’aumento di adrenalina e noradrenalina, ormoni in grado di aumentare il consumo energetico a riposo.  Digiunare, comunque, non significa stare senza mangiare o bere completamente. Esistono alimenti solidi e liquidi che si possono assumere durante il digiuno come caffè, tè verde e nero, integratori multivitaminici, acqua e stimolanti, come la caffeina, sono persino capaci di potenziare gli effetti del digiuno, mobilitando le scorte di glucosio e acidi grassi. Ci sono poi integratori in polvere, come aminoacidi ramificati BCAA (L-Leucina, L-Isoleucina e L-Valina) da sciogliere in acqua. Ammessi perfino i cibi a basso tenore calorico (meno di 50 calorie per 100 g) in modo da evitare la perdita di massa magra, come la carne magra del pollame, il pesce e l’albume dell’uovo, senza dimenticare le spezie (cannella, pepe nero, peperoncino, curcuma). Oltre alle solite limitazioni per chi è in gravidanza o allattamento, in crescita (i bambini) o ha patologie conclamate, questo regime resta sconsigliato per chi soffre o ha sofferto di disturbi del comportamento alimentare (DCA) come anoressia o bulimia. Il rischio è quello di promuovere una certa “ diseducazione ”, non solo per i tempi, ma anche per le giuste dosi di nutrienti da assumere giornalmente. La restrizione calorica non deve determinare carenze nutrizionali, in questi casi potrebbero insorgere maggiore senso di affaticamento, gonfiore e nervosismo. Mi raccomando, ogni nuova dieta va sempre seguita sempre sotto controllo di un nutrizionista specialista in scienza dell’alimentazione.

Lascia un commento

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.