La sindrome del colon irritabile (IBS, Irritable Bowel Syndrome in inglese) è un disturbo che tra i suoi sintomi più frequenti annovera crampi, dolore addominale, nausea, costipazione e diarrea. E’ inoltre causa di disagio e stress, ma non provoca danni permanenti all’intestino né malattie gravi, come ad esempio i tumori. La maggior parte delle persone può tenere sotto controllo i sintomi seguendo una dieta corretta, imparando a gestire meglio lo stress e facendosi prescrivere farmaci appositi. Secondo una recentissima indagine, queste persone dovrebbero evitare i “ FODMAP Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides, and Polyols ”, evitare cioè i carboidrati a catena corta, che possono essere di difficile digestione per persone particolarmente sensibili, e che sono contenuti nel grano, nel latte e derivati, in molti frutti (pere, mele, cocomero, ciliege), in vari vegetali (carciofi, cavolfiore, asparagi, cipolla, aglio), e dolci (miele, succhi di frutta, alcuni dolcificanti artificiali). Più nello specifico, questi includono fruttosio, lattosio, fruttano, galattano (zucchero presente nei semi e nelle alghe) e tra i polioli invece il sorbitolo, il mannitolo, lo xilitolo e il maltitolo.
Le cause
Questi zuccheri possono, in individui predisposti, causare fermentazione, gonfiore, gas, irritazione, mal di testa, carenza di vitamina B12 (presente solo negli alimenti di origine animale), e perfino insonnia, dolori articolari e problemi dermatologici, oltre a un alternarsi di diarrea e stipsi. Sono spesso la ragione per cui l’intestino diventa irritabile e dolorante.
La dieta a basso contenuto di fodmap va seguita rigidamente per varie settimane. Sarebbe utile tenere un diario, in cui si segnano lentamente i vari cibi reintrodotti in minime quantità, il paziente sarà in grado di riconoscere quali siano quelli che proprio non tollera e quali può invece ricominciare a mangiare.
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