
Demonizzare così un olio solo perché ricco di acidi grassi saturi mi sembra inappropriato. Non esistono evidenze scientifiche che l’olio di palma, in quanto tale, sia pericoloso. E’ la quantità assunta giornalmente che fa la differenza, anche se beviamo 10 litri di acqua tutta in una volta non penso proprio che i reni gioiscano.
Non esistono alimenti che fanno bene o alimenti che fanno male in maniera assoluta !
L’olio di palma è un grasso vegetale CON UN CONTENUTO DI ACIDI GRASSI SATURI MOLTO SIMILE AL BURRO, estratto dalla polpa dei frutti delle palme da olio (vedi figura) e come il burro fa male solo se si esagera nel consumo.
Il problema, è che le aziende lo aggiungono a biscotti, merendine, crackers, grissini e nella stragrande maggioranza dei prodotti confezionati che abitualmente acquistiamo. Da dicembre 2014 la normativa europea obbliga a specificare il tipo di olio o grasso contenuto in un alimento, quindi leggete sempre le etichette alimentari e limitatevi a consumare 1 prodotto dolce o salato che sia, che contenga l’olio di palma. Ad esempio, se fate colazione con latte e biscotti contenenti quest’olio, a merenda prediligete un frutto o un panino con della marmellata invece che la merendina all’olio di palma.
CONTENUTO DI GRASSI SATURI IN OLI E GRASSI:
Contenuto di grassi saturi (%)
Olio di palma 50
Burro 66
Burro di cacao 62
Sego 54
Olio di cocco 92
Mi preoccuperei maggiormente dei grassi idrogenati e della margarina a questi punti, composti industriali di sintesi, inventati all’inizio del secolo e largamente utilizzati dall’industria alimentare perché costano meno dei grassi di qualità, come il burro e irrancidiscono più lentamente permettendo una durata maggiore dei prodotti. Sono risultati dannosi per la salute perché, contenendo grassi trans, aumentano il rischio cardiovascolare, i livelli di insulina in risposta a un carico glicemico e Interferiscono con la risposta immunitaria. Alzerei le “ antenne ” anche nei confronti dello sciroppo di glucosio- fruttosio, un ingrediente sconosciuto ai più, ma utilizzato in modo massiccio dalle aziende, soprattutto nelle bevande dolcificate, come sostituto dello zucchero. E’ stato additato come il responsabile dell’obesità, delle malattie cardiovascolari e delle malattie del fegato non correlate all’abuso di alcol.
Il problema è ambientale
Sicuramente il grave problema della produzione dell’olio di palma è ambientale e climatico piuttosto che nutrizionale. Pensate che insieme all’industria del legno, quella dell’olio di palma è la maggiore responsabile della deforestazione nel sud-est asiatico, in particolare Malesia ed Indonesia. Tra il 2000 ed il 2012 l’Indonesia ha perso 6 milioni di ettari circa di foresta tropicale, un’area grande all’incirca come la superficie dell’intera Irlanda. La conversione delle foreste di queste isole in coltivazioni intensive di palme per l’estrazione di olio ha avuto un “ingombrante impatto sulle specie a rischio”, incluse le tigri di Sumatra (già in via d’estinzione), gli elefanti e i rinoceronti.
L’olio di palma raffinato e l’olio di palmisto invece che cos’è?
Se dalla spremitura della polpa del frutto di palma da olio si ricava l’olio (o grasso) di palma composto, come abbiamo visto prima, per circa il 50% di grassi saturi e 40% di grassi monoinsaturi, dal seme invece deriva l’olio di palmisto con una percentuale decisamente maggiore di grassi saturi (85%) ! L’olio di palma raffinato, non è nient’altro che l’olio di palma normale privato, attraverso un processo tecnologico industriale, della componente antiossidante e quindi “ benefica ”. E’ molto utilizzato dalle friggitorie e industrialmente. Sono quindi questi due (olio di palmisto e olio di palma raffinato) a essere dannosi per la salute e da evitare quando si acquista un prodotto.
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