Diciamo subito che i capperi che troviamo al supermercato, sott’olio o sotto sale, sono in realtà i boccioli del fiore, non i frutti. E’ a questa parte della pianta che ci riferiamo quando parliamo di ” capperi “. In realtà, si mangiano anche i frutti, conosciuti come cucunci o capperoni (di forma più ovale e più grandi), dal sapore più delicato e reperibili con maggiore difficoltà. A volte dobbiamo solo prestare attenzione a ciò che si trova nei nostri dintorni, ad esempio a piante umili come il cappero, che riescono a crescere persino tra le rocce. Altri paesi, come la Cina subtropicale, l’Iran e la Siria, hanno la loro varietà o specie di cappero.
Un antistaminico naturale
Da un recente studio è emerso che i flavonoidi contenuti nei boccioli della pianta (Capparis spinosa) stabilizzano le cellule responsabili dei sintomi allergici, impedendo a queste cellule di rilasciare istamina, la sostanza responsabile delle manifestazioni allergiche. Si tratta dunque a tutti gli effetti di un’azione antistaminica, la stessa che esplicano i farmaci antistaminici. Grazie alla ricerca si è sviluppato un integratore specifico per le persone allergiche, da assumere qualche mese prima della stagione dei pollini pr poter contrastare febbri da fieno, naso otturato e orticarie.
Quale flavonoide?
Il flavonoide responsabile di questa azione antiallergica e antinfiammatoria è la quercetina. Il cappero è infatti la pianta che ne contiene di più, seguita in ordine dalla cipolla rossa, dall’uva e dal vino rosso, dal tè verde, dai mirtilli e dalla mela.
Come utilizzarlo in cucina
Ricordatevi due cose, utili in cucina: primo, i capperi secondo la tradizione sicialiana, si aggiungono sempre a fine cottura per massimizziare l’aroma e le proprietà nutrizionali. Secondo, se sono sotto sale teneteli a lungo sotto l’acqua corrente per dissalarli.
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